Il Ministero della Cultura e l’Associazione Nazionale Città dei Presepi danno avvio ad una mappatura dei presepi in Italia il 28 ottobre 2022.
Quanti sono e dove sono i presepi in Italia.
Inizia il censimento delle Natività alla scoperta delle culture locali legate alle attività presepiali.
Quanti sono e dove sono i presepi in Italia? Esposizioni, musei del presepe, vie dei presepi, presepi viventi, meccanici, tecnologici, artistici o tradizionali.
Il censimento che prende avvio nella giornata di oggi si immerge in questo mondo dove tradizione, fede e artigianato si uniscono all’opera dei presepisti e alla vitalità delle comunità locali per dare vita al presepe. Dai tempi in cui San Francesco realizzò il primo presepe ottocento anni fa, la tradizione si è diffusa lungo i secoli in tutto il mondo rendendo l’Italia un importante punto di riferimento. Oggi il presepe costituisce un patrimonio identitario di paesi e di città che esprime anche differenze e peculiarità. La trasmissione dei saperi e l’aspetto sociale che esso ricopre rappresenta, infatti, un insieme di valori preziosi per la vitalità delle comunità.
Affinché ogni presepe possa essere mappato, è stato istituito un apposito gruppo di lavoro che ha predisposto gli strumenti necessari. Coordinato dal direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI) del Ministero della Cultura, Leandro Ventura, e composto dalle funzionarie demoetnoantropologhe Valeria Trupiano e Valentina Santonico, da Marco Gherardini, vice presidente, e Fabrizio Mandorlini, coordinatore dell’Associazione Nazionale Città dei Presepi.
Nello specifico, è stata elaborata una scheda che, oltre alle informazioni relative all’ubicazione e alle date di apertura e visita dei presepi, approfondisce le loro caratteristiche materiali e immateriali demoetnoantropologiche quali, ad esempio, la provenienza dei materiali e gli strumenti di lavoro utilizzati, le conoscenze e le abilità messe in pratica, le innovazioni e la trasmissione generazionale, il vissuto del presepista e la partecipazione della comunità nella produzione e nella fruizione. Si tratta di aspetti che mettono in luce il legame delle attività presepiali con i rispettivi territori.
Collaborerà alla ricerca anche l’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia), ong accreditata presso l’UNESCO dal 2012, che si occuperà di sensibilizzare e coinvolgere le associazioni Pro Loco diffuse su tutto il territorio nazionale.
Da oggi tutti potranno censire il proprio presepe compilando la scheda sul sito dell’Associazione Nazionale Città dei Presepi (www.cittadeipresepi.com) e sui portali delle altre realtà partner che potranno anche aggiungersi nel corso del progetto.
È inoltre al lavoro un team di rilevatori che coinvolge le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura, con il coordinamento dei Responsabili di Area Funzionale Patrimonio demoetnoantropologico, i presepisti e l’UNPLI, pronto a garantire la più ampia copertura territoriale del rilevamento.
In concomitanza con l’ottavo centenario connesso alla figura di San Francesco, l’iniziativa vuole valorizzare anche gli aspetti turistici, attraverso la geolocalizzazione.
Pieve Fosciana (LU) Presepe meccanizzato – ph. Maurizio Turriani
San Romano (PI) Presepe monumentale
Pescia (PT) Presepe vivente lungofiume – ph. Nicola Gentili
Si tratta di materie e temi a cui dal 2014 le realtà presepiali legate all’Associazione Nazionale Città dei Presepi hanno fatto riferimento per valorizzare le varie declinazioni che questa espressione assume, come “Terre di Presepi”, l’itinerario presepiale più lungo d’Italia a cui si sono aggiunte negli anni iniziative di assoluto interesse e partecipazione, come il Corteo delle Natività più lungo d’Italia e i contest nazionali sul presepe in famiglia e nelle Rsa.
“Si tratta di una tappa importante del percorso di valorizzazione di una tradizione profondamente radicata in Italia quale è il presepe. L’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale – spiega il direttore Leandro Ventura – insieme a Città dei Presepi ha lavorato per arrivare a realizzare una piattaforma dove, in un’ottica di valorizzazione e tutela dei beni immateriali, la documentazione raccolta attraverso strumenti mirati a rilevare aspetti di interesse demoetnoantropologico sarà restituita anche attraverso la georeferenziazione.
In questo modo sarà possibile acquisire informazioni di carattere storico ma anche costruire itinerari di viaggio alla scoperta di presepi particolari”. L’ICPI, in linea con la sua missione istituzionale, coadiuva con le proprie competenze tecnico disciplinari le comunità nelle attività di documentazione, tutela, valorizzazione e salvaguardia, importanti non solo per i risultati ma anche per il processo di consapevolezza, costruzione di reti, condivisione di strumentazione utili a realizzare progetti sostenibili di cura del proprio patrimonio.
“È come iniziare un viaggio esperienziale attraverso l’Italia diffusa sempre nuovo e sempre intrigante – sottolinea Simona Rossetti presidente dell’Associazione Nazionale Città dei Presepi. Mappare tutti i presepi che sono in Italia, porta a entrare in contatto con le bellezze artistiche e le bontà gastronomiche che ogni luogo esprime ed è un’opportunità per tante realtà di farsi conoscere attraverso il presepe. La mappatura è un importante momento di crescita per i tanti artigiani e costruttori della natività in un momento in cui ci apprestiamo a ricordare gli ottocento anni dal primo presepe di San Francesco”.
Roma 28 ottobre 2022
Mappatura nazionale dei presepi, il ruolo dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, prof. Leandro Ventura – Direttore ICPI
Il presepe come patrimonio demoetnoantropologico e immateriale, Valentina Santonico – funzionaria demoetnoantropologa ICPI
La scheda per mappare le attività comunitarie legate ai presepi, Valeria Trupiano – funzionaria demoetnoantropologa ICPI