La storia dell’archivio
Soltanto verso il 1960, con la direzione di Tullio Tentori (1920-2003), i film entrano a far parte delle collezioni del Museo, quando l’antropologa Annabella Rossi (1933-1984) avvia la costituzione di una cineteca con alcuni documentari.
Agli inizi del 1970 Annabella Rossi promuove e cura la realizzazione di una documentazione visiva, utilizzando le prime apparecchiature per la ripresa video. Il rilevamento, effettuato prevalentemente in Calabria e in Campania, porta alla realizzazione di materiali di ricerca incentrati su eventi festivi ed espressioni melocoreutiche. L’incremento del fondo video dell’Archivio si deve anche alle acquisizioni di nuovi titoli nel corso di rassegne organizzate dal Museo.
Nel 1985 nasce al Museo la rassegna biennale Materiali di Antropologia Visiva MAV, organizzata in collaborazione con l’Associazione Italiana di Cinematografia Scientifica (fino alla VI edizione). L’iniziativa scaturisce dalla volontà dell’etnomusicologo Diego Carpitella (1924-1990) di creare un contenitore periodico di riscontro e confronto delle produzioni italiane, un luogo per discutere e verificare i problemi e gli eventuali progressi della ricerca.
Carpitella individua nel Museo la sede più adatta per la rassegna, considerati i rapporti di collaborazione e il rilievo istituzionale di uno spazio preposto alla tutela e alla valorizzazione dei beni etnoantropologici.
Negli ultimi decenni il patrimonio audiovisivo museale è stato notevolmente incrementato da nuove acquisizioni, e attualmente comprende più di 2000 titoli.